Il vAirus cinese ha determinato un cambiamento su scala gobale e ora, come ci ripetono ogni giorno a reti unificate i burattini di regime, bisognerà abituarsi alla “nuova normalità” che i governi infeudati all’UE stanno imponendo a tutti quanti.
L’ultima mossa in ordine temporale, dopo l’introduzione obbligatoria delle museruola, del 5G cinese e di altre piacevolezze che scopriamo ogni giorno che passa, è l’entrata della Cina nel capitale di Poste Italiane grazie a un memorandum d’intesa per acquisire il 51% del capitale votante di Sengi Express, società cinese con sede ad Hong Kong.
In pratica con quest’ultima manovra propiziata dal premier e dal ministro degli Esteri targati 5 stelle, il cui simbolo non a caso ricalca le 5 stelle rappresentate sulla bandiera cinese, il Paese del dragone entra mani e piedi nella cassaforte dov’è depositato buona parte del risparmio degli italiani. Nonché uno degli assett fondamentali di cui, sino a ora, disponeva l’Italia in campo economico-finanziario.
Un’operazione clamorosa che pone così i cittadini in una posizione di ancora maggiore sudditanza nei confronti della Cina comunista. Poi gradualmente arriverà tutto il resto, compresi i campi di lavoro forzato dove viene prodotta gran parte della paccottiglia “made in China” che sta letteralmente sommergendo il mondo…