LA NEMESI DELLA “RESISTENZA” IN EPOCA DI TIRANNIA SANITARIA

Più ci si allontanava dalla fine della Seconda Guerra mondiale e più la sinistra di matrice comunista ha brandito lo spettro del fascismo alimentando il mito di una “Resistenza” che, dietro le armate e i bombardamenti a tappeto anglo-americani degli anni 1943-1945, colpiva con ogni mezzo tutto ciò che gli tornava utile imponendosi su un Paese allo stremo.

Una narrazione talmente edulcorata e apologetica da aver interamente sostituito la realtà dei fatti.

E così l’antifascismo in assenza di fascismo e cresciuto a dismisura come una metastasi fino a diventare una sorta di “religione civile”.

Chissà se oggi, che la dittatura esiste davvero in termini formali e sostanziali, qull’apologia dei mitologici “partigiani” non si rivolti contro tutti coloro che sostengono la tirannia sanitaria in atto.

Sarebbe una conseguenza logica, ma oggi la logica è materia davvero poco in auge.

DENARO CONTANTE: L’ULTIMO PRESIDIO DI LIBERTA’ DA DIFENDERE COI DENTI

Ora la “lotta al contante”, insieme all’obbligo di vaccinazione e all’imposizione della legge sulla cosiddetta “omotransfobia”, sono in cima alle priorità del governo italiota.

Il tutto ovviamente “per il nostro bene”, ci ripetono senza posa le le trombette di regime.

Ma fermiamoci un attimo e riflettiamo: sono decenni e decenni che subiamo l’irresponsabilità e ogni genere d’angherie da parte della burocrazia statale, che tocchiamo con mano il livello d’inefficenza e politicizzazione della magistratura nel suo complesso, che constatiamo la disonestà e trufaldineria di grandi e piccole banche, che verifichiamo ogni giorno la manipolazione sistematica del circo mediatico nel suo complesso.

Bene, ora immaginate di lasciare in gestione a tale cricca anche il controllo dei vostri soldi/risparmi e a quali soprusi ciascuno potrebbe andare incontro.

Ho detto “potrebbe”, ma sapendo ciò di cui sono capaci possiamo essere già certi degli esiti di una tale situazione. In altre parole il possesso del denaro contante è l’ultimo presidio di libertà, per quanto esile ed effimero, che ancora ci rimane.

Facciamo in modo che non ci rubino anche questo!

A PARMA O SEI “ANTIFASCISTA” OPPURE MUORI FAME

A Parma, come del resto ovunque, tutte le attività produttive sono bloccate per il coronavirus e se non sei un dipendente pubblico sono cavoli amari. Anzi amari e basta, senza neppure i cavoli.

Perché a Parma governa un sindaco disposto ad accogliere a braccia aperte l’intero continente africano, ma se non la pensi come lui non ha alcun problema a farti morire di fame.

Eppure dovrebbe essere il sindaco di tutti, ma a lui questo non interessa e tutela solo gli amichetti suoi.

Perciò o ti dichiari incondizionatamente “antifascista” e aderisci ai “valori della Resistenza”, oppure puoi cucinarti l’erba raccolta nei parchi pubblici, sempre che gli zelanti vigili urbani al servizio di “Pizza” ti permettano di raccoglierla.

Ecco la sinistra in tutta la sua magnficenza: una cricca di parassiti che riesce a trasformare ogni cosa, anche un’emergenza che blocca l’intero Paese, in un delirio ideologico.

Ormai siamo alla patologia, ma il problema è che questi energumeni hanno in mano istituzioni, circo mediatico e il soviet della magistratura.

Quindi, riassumendo, o sei un loro devoto fedele ideologico oppure non hanno alcun problema a lasciarti crepare di fame.

È in momenti come questi che si può davvero apprezzare tutta la loro “umanità e solidarietà” sempre declamata ai quattro venti…

PERCHE’ L’ANPI E’ L’ANPI, E VOI NON SIETE UN CA**O!

Ripetono come un disco rotto di parlare “a nome del popolo” e “in favore del popolo”, ma quando il popolo si pronuncia e dichiara di non volersi fare più indottrinare dalla propaganda dell’ANPI, costoro si appellano alle “autorità” e chiamano alla mobilitazione “per ristabilire la legalità violata da questo abuso di potere”.

Insomma la gente ne ha piene le scatole di questi fomentatori d’odio pagati coi soldi dei contribuenti, ma se osano dichiararlo pubblicamente vengono tacciati di razzismo e fascismo.

Un mantra, quello dei nipotini ideologici dei partigiani, che oggi ha molto più a che fare con la psichiatria che con le categorie della politica.

Perché “L’ANPI – dichiarano stizziti in un loro comunicato – non si fa intimidire da questi individui e continuerà a portare avanti i valori della Resistenza”.

E se la gran parte della popolazione ne ha piene le scatole del loro ciarpame fanatico-ideologico, tanto peggio per la popolazione.

Perché loro sono loro, e voi non siete un ca**o!

ANPI: I PALADINI DI UNA GUERRA CIVILE EVER GREEN ORA SALGONO IN CATTEDRA

L’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani) rappresenta l’esatta antitesi della libertà d’espressione: è la paladina di una guerra civile ever green, la centrale di un fondamentalismo partigiano che si mobilita spesso e volentieri per togliere la parola a quanti vengono marchiati a fuoco come fascisti, che eleva alti lai verso chiunque provi a ricostruire la storia fuori da una visione unilaterale informata ai sacri valori della Resistenza.

E non gli basta più che a propagandare la loro visione del mondo siano enti pagati con i soldi pubblici come le Università, gli Istituti Storici della Resistenza, le Scuole di formazione istituite dallo Stato.

No, adesso puntano esplicitamente all’indottrinamento dei ragazzi fin dalla tenerissima età, all’imbottitura dei crani come si diceva un tempo, ovvero l’atto di fede in valori che non nascono da quella «educazione alla responsabilità, nel pensiero non meno che nell’azione» che «esige il rispetto all’in­dipendenza ed all’autonomia» di coloro ai quali ci si rivolge.

Per imporre la visione dell’ANPI nelle scuole pubbliche verrà dunque imposto d’insegnare ai ragazzini i contenuti ideologici scelti da ciò che rimane dei partigiani e dai loro numerosi eredi, e per le famiglie che non si piegheranno docilmente ai loro diktat scatteranno misure sanzionatorie.

Insomma fanno il lavaggio del cervello ai giovani e la chiamano “libertà di pensiero”!